
Il tempo effettivo torna a far discutere. La differenza tra minuti totali e gioco reale è sempre più netta in Italia: lo rivela il Cies. In ogni turno di Serie A ci sono dai 400 ai 480 minuti di non gioco. Nelle prime sette giornate di campionato per 3.066 giri di lancette non è successo praticamente nulla sul rettangolo di gioco. I 54’ di gioco effettivo in Serie A e in Liga, i 55’ della Bundesliga e i 56’ di Ligue1 e Premier League aprono una riflessione sul calcio contemporaneo.
Tempo effettivo in costante diminuzione
Il tempo di gioco effettivo è diminuito dai 56 minuti e 55 secondi di media per gara nel 2020/21 ai 55 minuti e 17 secondi del 2023/24, fino a scendere a 54’ e 54’’ in questa prima parte di stagione. Si gioca di meno nonostante i maxi recuperi: la durata di un match era di 95 minuti e 41 secondi un lustro fa, ora è di 98 minuti e 24. Uno spettacolo spezzettato e poco coinvolgente. Secondo uno studio McKinsey/Nielsen, il 27% dei giovani fra i 16 e i 24 anni non ha alcun interesse per il calcio e solo il 49% dice di seguirlo perché tifa, mentre il 32% lo fa perché interessato a uno specifico calciatore.
Aumentano i minuti, diminuisce il tempo effettivo
In Serie A sono già numerose le partite che hanno superato i cento minuti: cinque su dieci nella prima, nella seconda e nella terza giornata, poi il numero è sceso a tre nella quarta giornata (Como-Bologna, Genoa-Roma, Cagliari-Napoli), a una nella quinta (Venezia-Genoa), a zero nella sesta e a una nella settima (Lazio-Empoli). In dodici partite su settanta il tempo effettivo non ha raggiunto neppure il 50% di quello reale. I 44’ di calcio di Empoli-Monza, i 46’ di Genoa-Inter e i 47’ di Verona-Venezia rappresentano i risultati peggiori, mentre nelle sfide della Juve si è giocato sempre oltre i 58’. Anche al Napoli piace stare in campo, al punto che la sfida tra gli azzurri e i bianconeri è stata quella con il tempo effettivo più alto: 64 minuti e 10 secondi impegno vero, con una inattività di “appena” 32 minuti. Perché il gioco è spezzettato? Al primo posto c’è il tempo che si perde quando c’è da battere una rimessa laterale, al seconda i falli, che riempiono il 14,8% del tempo. Nella media europea, per ogni fallo ci si ferma 30 secondi e 6 decimi. In Italia 32 secondi e 4.