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Turchia: la protesta del Fenerbahce contro la Federcalcio

Palla in area di rigore nel secondo turno prelimionare di Champions League tra Dinamo Kiev e Fenerbahce

In Turchia continua la protesta del Fenerbahce contro la Federcalcio, dopo che la squadra era stata aggredita dai tifosi del Trabzonspor.

Nella finale di Supercoppa, contro i rivali del Galatasaray, il Fenerbahce ha deciso di presentarsi in campo schierando la formazione Under 19; la decisione è stata presa direttamente dalla dirigenza, con il vice presidente Erol Bilecik, che aveva annunciato: “Chiunque voglia andare alla partita può farlo, ma non ci sarà la prima squadra o un incontro di 90 minuti”.

E così è stato, la prima squadra del Fenerbahce non è scesa in campo e il match si è concluso dopo appena un paio di minuti, quando, dopo il gol di Icardi arrivato nel primo minuto, la società ha deciso di ritirare la sua squadra. Il Galatasaray ha vinto così la Supercoppa per la diciassettesima volta nella sua storia.

Le polemiche contro la Federcalcio erano iniziate ben prima, a causa della sede della finale, che si sarebbe dovuta giocare in Arabia Saudita; il governo arabo, però, aveva vietato l’esposizione di bandiere raffiguranti Ataturk, padre della patria turca, così i due club si erano rifiutati di giocare.

A quel punto la Federcalcio aveva spostato la finale in Turchia, ma l’aggressione da parte dei tifosi del Trabzonspor ai giocatori del Fenerbahce ha causato una nuova rottura. La dirigenza del club gialloblù ha accusato la Federcalcio di aver inflitto sanzioni troppo lievi agli autori dell’aggressione e di aver ingiustamente squalificato i giocatori che hanno reagito.

Il Fenerbahce aveva chiesto lo slittamento del match e la presenza di un arbitro straniero, richieste non accettate dalla Federcalcio, a quel punto la dirigenza ha deciso di perdere il match a tavolino.

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